Requisiti climatici e pedologici
Le lattughe di tutti i tipi preferiscono un clima fresco. Le cappuccine sono molto sensibili alla temperatura e raramente forniscono buone produzioni con temperature superiori a 25 °C. Le temperature ottime sono ben differenziate tra giorno e notte: 1823 °C di giorno e 510 °C di notte. Quando la temperatura diurna sale oltre il limite le piante si dispongono a fiore, il cespo si disfa e il sapore diventa amaro. Si possono determinare anche bruciature dei margini fogliari. Con temperature prossime a zero le piante giovani non vengono danneggiate, ma la crescita rallenta molto. Il gelo danneggia le foglie esterne delle lattughe mature, innescando processi degradativi e predisponendole agli attacchi di microrganismi.
I suoli preferibili sono quelli sciolti, relativamente meglio drenati e più pronti a riscaldarsi. I suoli più pesanti sono adatti soltanto se ben drenati. Il pH migliore è tra 6 e 7. La lattuga è poco tollerante della salinità, che se in eccesso può ridurre la germinazione e le dimensioni del cespo.
Il ciclo colturale è di 6090 giorni per le colture seminate e di 4080 giorni per quelle trapiantate, secondo il periodo stagionale.
Varietà
Il panorama varietale della lattuga è in continua evoluzione per cui le indicazioni che si possono fornire in un dato momento hanno un valore limitato nel tempo. Occorre mantenersi informati sull’offerta dei principali fornitori (Euroseeds, Worldseed, Ense, Seedtest, Sementi). Il produttore dovrebbe concordare la scelta delle varietà con il trasformatore acquirente, anche nell’eventualità che quest’ultimo non specifichi le proprie esigenze e preferenze. Nella scelta occorre tener conto dell’adattamento allo specifico periodo di coltura e della resistenza alle avversità.
Varietà più utilizzate per la quarta gamma negli ultimi anni:
- Lattuga cappuccio (Ambiance, Imperial, Mantilia, Rosalba, Appia, Isolde, Massilia, Samurai, Clarion, Jessy, Mira, Tropica, Columbus, Jipsi, Musette, Tures, Delia, Jordan, Paradeez, Venere, Elsa, Jory, Plastina, Verpia, Frandria, Justine, Ravel, Vertico);
- Lattuga Romana (Colosseo, Inor, Melissa, Sumatra, Corsaro, Manital ez, Miranda, White Boston, Corsica, Melania, Odessa, Igea, Melina, Remus;
- Lattuga da taglio (Salad bowl, Lattughino, Lollo verde, Lollo rossa, Gentiline, Batavie).
Gestione colturale
Il tipo da taglio si semina fitto, preferibilmente su prode, impiegando 56 kg/ha di seme. I tipi cappuccio e romana possono essere seminati o trapiantati, usando eventualmente seme confettato (711 kg/ha) o piantine cubettate (80130 mila piante/ha), su prode o in piano, a distanze di 3035 x 2530 cm. Il seme si interra superficialmente. Lo stadio migliore delle piantine per il trapianto è quello di 3a4a foglia (il più precoce in primavera-estate).
Fertilizzazione
Per la lattuga sono state calcolate asportazioni orientative di 60-25-125 kg/ha, rispettivamente per N-P2O5-K2O. Le esigenze per l’azoto sono maggiori nei periodi più freddi per la bassa efficienza di assorbimento. Indicativamente, per terreni di buona fertilità, si ritengono adeguate quantità di unità fertilizzanti nell’ordine di 100-50-150 per i tre elementi principali, con l’azoto frazionato in 23 applicazioni. La pianta è sensibile a dosi eccessive di fertilizzanti ammoniacali, che possono causare bruciature delle radici, ingiallimenti fogliari e mortalità delle piante.
Irrigazione
La coltura delle lattuga richiede una provvista di umidità uniforme e abbondante, soprattutto nella fase di crescita più attiva. Dopo l’attecchimento delle piantine o l’eventuale diradamento delle colture seminate il sistema preferibile di irrigazione è quello a goccia, che può essere convenientemente associato alla pacciamatura e usato per la fertirrigazione. Il tempo di sospensione dell’irrigazione a fine ciclo è determinante per la produzione e la qualità. Con l’approssimarsi della maturità gli eccessi d’acqua e di fertilizzanti fanno gonfiare i cespi, deprezzandoli.
Nel periodo stagionale più caldo per la coltura un adacquamento pomeridiano alla semina può contribuire a interrompere la termodormienza del seme naturale, che ne blocca la germinazione quando la temperatura supera i 30 °C. Il seme commerciale dovrebbe essere stato trattato specificamente.
Controllo delle erbe infestanti
Un controllo rigoroso delle infestanti è determinante per la qualità delle lattughe da taglio. Nella coltura protetta la sanitazione del suolo, con solarizzazione o trattamento chimico (vapam, dazomet), anche se diretta principalmente contro nematodi e microrganismi fungini, consente di abbattere la carica di semi di infestanti. Per le lattughe piantate in righe si può aggiungere la pacciamatura per assicurare un controllo più completo.
In pieno campo lavorazioni superficiali del terreno possono essere eseguite nelle fasi iniziali delle colture dei tipi cappuccio e romana. Per i tipi piantati fitti e per avere un controllo più esteso può essere necessario usare i diserbanti ammessi (glifosate, glufosinate di ammonio, oxadiazon, tirifluralin, proppizamide, clorprofan, setossidim, ciclossidim, propaquizafop, fluazifop-p-butile, haloxyfop-r-metilestere).
Controllo dei parassiti animali
Le lattughe sono attaccate principalmente da afidi, minatrici, lepidotteri. Gli insetti danneggiano il prodotto e lo contaminano con la presenza e con i residui che vi depositano. Le lattughe per la quarta gamma devono essere prive di corpi estranei difficili da allontanare con il lavaggio e prive di lesioni da insetti.
Gli afidi imbrattano le foglie con la melata e inoculano virus. Nonostante un discreto numero di epiparassiti e predatori, si possono determinare fasi esplosive della popolazione che richiedono interventi con fitofarmaci, da usare con le precauzioni opportune per evitare l’insorgere di resistenza.
Le larve di diversi lepidotteri causano danni attraverso le erosioni delle foglie e il deposito di escrementi e possono squalificare il prodotto finale con la loro presenza, in quanto è difficile eliminarle in fase di trasformazione. In ambiente protetto possono diventare un problema gli alerodidi, producendo danni simili a quelli degli afidi. La limitazione naturale è bassa e se necessario vanno controllati con insetticidi. Parassiti, predatori e malattie virali limitano naturalmente le popolazioni di questi insetti, ma tali effetti non si realizzano nel corso della breve coltura della lattuga.
Se le infestazioni superano le soglie di tolleranza (stabilite di concerto con l’acquirente del prodotto) si rendono necessari interventi di lotta diretta con fitofarmaci ammessi.
Per interventi contro gli insetti terricoli, da eseguire prima del trapianto, sono ammessi etoprofos, teflutrin.
Per il controllo di insetti durante la coltivazione (afidi, aleirodidi, nottuidi) possono essere impiegati prodotti a base di: abamectina, alfametrina, azadiractina, bacillus thuringiensis, ciflutrin, deltametrina, dimetoato, eptenofos, etiofencarb, fenitrotion, fluvalinate, metomil, pymetrozine. In prossimità della raccolta devono essere evitati: fenitrotion, metomil, dimetoato.
Contro le limacce si possono usare esche a base di metaldeide o metiocarb.
Gli acari si possono combattere con prodotti a base di benzossimato o ciromazina.
Controllo delle malattie
La peronospora (Bremia) è una delle malattie più dannose. La resistenza è specifica di particolari combinazioni di genotipo ospite e patotipo fungino e come tale piuttosto aleatoria, per la possibile comparsa di nuovi patotipi. Anche i fungicidi efficaci sono soggetti a obsolescenza perché selezionano ceppi resistenti del patogeno.
Altre malattie fogliari che possono richiedere interventi specifici sono oidio, botrite, ruggini.
Le misure agronomiche contro la diffusione dei patogeni consistono, oltre all’impiego di varietà resistenti se disponibili, in ampie rotazioni, distruzione dei residui ammalati, drenaggio del suolo, sesto d’impianto adeguato, arieggiamento delle serre.
Per la difesa contro la peronospora sono consentiti con i prodotti rameici, propamocarb, cimoxanil, dodina, metalaxil, fosetil-al.
Contro la muffa grigia si possono impiegare dicloram o pirimetanil; contro l’oidio dinocap o zolfo; contro alternaria e altre malattie fogliari rame, oxadixil, dodina, propamocarb, diclofluanide, tiram.
L’avvizzimento della lattuga provocato da sclerotinie (S. minor e S. sclerotiorum) è molto diffuso e difficile da controllare, permanendo gli organi di conservazione del fungo vitali anche fino a 10 anni. Possibili anche marciume del piede da Rhizoctonia e avvizzimento da Verticillium. Solarizzazione e varietà resistenti sono un buon mezzo per difendere la coltura dal complesso dei patogeni terricoli. Trattamenti al terreno con fungicidi hanno una certa efficacia se fatti in tempo. Una certa protezione è data anche dalla concia del seme e dall’impianto di piantine sane. I fungicidi ammessi per applicazioni al suolo sono dicloran, tolclofos metile, cyprodinil, fludioxonil, procimidone, tiram.
Tra le malattie batteriche sono dannose particolarmente la maculatura fogliare (Xanthomonas campestris) e la suberosi radicale (Rhizomonas suberifaciens). Il mezzo principale di controllo è rappresentato dall’introduzione di varietà resistenti e dalle misure agronomiche.
Per il controllo delle virosi si possono impiegare soltanto misure di profilassi: seme sano controllato, lotta ai vettori, varietà resistenti.
Raccolta e gestione del prodotto
Per i tipi cappuccio e romana cespi raccolti vengono mondati delle foglie più esterne e sistemati nelle cassette per il trasporto direttamente in campo. Per il tipo da taglio si può arrivare a 23 tagli nel periodo estivo e a quattro nel periodo invernale.
Indici di maturità e qualità
La maturità della lattuga cappuccio è valutata in base alla compattezza del cespo: nelle condizioni migliori deve risultare comprimibile con una moderata pressione. Il cespo immaturo è molto comprimibile e quello sovramaturo piuttosto compatto. Quest’ultima condizione è la meno favorevole e la più prona a creare problemi dopo la raccolta. Ripulito dalle foglie esterne, il cespo deve essere di colore verde chiaro, con foglie turgide e crespe.
Ottimo termoigrometrico di conservazione
Le lattughe sono molto deperibili e devono essere refrigerate subito dopo la raccolta. Il sistema di refrigerazione a bassa pressione è idoneo e rapido, ma va bene anche quello ad aria forzata. Successivamente la temperatura dovrebbe essere mantenuta prossima allo zero e l’umidità relativa intorno al 98%.
La durata della conservazione è massima a 0 °C e 95% di umidità relativa, potendo raggiungere 3-4 settimane. A temperatura di frigorifero domestico (5 °C) le lattughe si conservano bene per circa due settimane. La presenza di etilene nell’ambiente riduce tale durata.
Tasso respiratorio e produzione di calore
Le lattughe hanno un tasso di respirazione abbastanza moderato: 1618 ml/kg-ora di CO2 a 0 °C, che aumenta con la temperatura di 1 ml/kg-ora per grado. La produzione di calore corrispondente è di 20002150 kcal/tonn/giorno a 0 °C e il tasso di incremento con la temperatura di 130140 kcal/tonn-giorno per grado.
Sensibilità all’etilene
La lattuga produce poco etilene (< 0,1 l/kg-ora a 20 °C) ed è estremamente sensibile a questo gas, specialmente il tipo cappuccio, con reazioni di rugginosità delle nervature.
Sensibilità alle modificazioni dell’atmosfera
Atmosfere a basso tenore di ossigeno (13%) offrono qualche beneficio nella conservazione a temperature di 05°C. I cespi interi non sopportano livelli di CO2 superiori al 2%, reagendo con maculature brune. Invece le foglie tagliate possono essere mantenute in atmosfera più ricca di CO2 (10%) e povera di O2 (< 1%) con effetti di prevenzione dell’imbrunimento delle superfici di taglio, che si manifesta più rapidamente delle maculature brune da eccesso di CO2.
Alterazioni fisiologiche
I danni da freddo che si verificano in campo sono caratterizzati dalla separazione dell’epidermide dal tessuto sottostante, con conseguente facilitazione delle aggressioni da parte dei microrganismi. Se la temperatura scende sotto lo zero, anche di mezzo grado, durante la conservazione, si formano tacche idropiche traslucide e imbrunite che diventano bavose e si deteriorano rapidamente con la risalita della temperatura.
Necrosi delle punte fogliari si determinano nelle varietà sensibili a seguito di condizioni sfavorevoli del clima e squilibri nutrizionali.
La rugginosità si manifesta con macchie bruno-scure sulle nervature e nei casi più gravi anche sul tessuto laminare. Dipende dall’esposizione a basse concentrazioni di etilene, che provoca la formazione di composti fenolici. Il deturpamento del prodotto lo rende inaccettabile.
La maculatura bruna si presenta con ampie macchie infossate o striature di colore giallo-rossastro evolventi a bruno scuro, specialmente sulle nervature centrali. Dipende dall’esposizione ad atmosfere modificate, con concentrazioni di CO2 superiori al 3%, a bassa temperatura.
Un colore rosa della nervatura principale si manifesta in cespi troppo maturi a temperature elevate.
Danni fisici
Rotture delle nervature principali possono verificarsi durante le manipolazioni in campo e successivamente, aumentando la velocità del deperimento.
Alterazioni patologiche
Marciumi molli batterici e fungini (marciume molle idropico da sclerotinia, muffa grigia). Si controllano parzialmente con la mondatura dei cespi e la refrigerazione.